E’ tipico del settarismo filisteo di chi amministra nonchè motivo d’orgoglio per il fedele funzionario esecutivo affermare di “non aver tempo” così da far nascere presumibilmente nel personale operativo la sensazione di dovervi porre necessariamente rimedio sacrificando alla causa quel che ne rimane libero da impegni del suo realizzando così in un colpo solo una serie di principi morali tendenti all’acquiescienza e propri del momento egemonico o della fase etico-politica di un gruppo dominante divenuto stato. Per un brivido di momentaneo piacere – dovuto alla reazione irretita e stupefatta da tanta impavida ed ingrata eresia – provare a replicare che il tempo così come la proprietà non esistono concretamente (polemica sull’oggettività del mondo esterno) sono convenzioni umane valide momentaneamente (storicità della filosofia e della cultura) e quindi di non preoccuparsi perchè trattasi di condizione comune (riduzione del valore della classe dirigente).