Ad una prima visione ciò che rimane più impresso nella memoria è la risoluta capacità di autori, registi e attori nel portare alla luce aspirazioni, ambizioni e desideri alla base del volontarismo e dell’attivismo positivista permeante le famiglie protestanti di metà 800 che reagiscono ai temi della grazia e della predestinazione eliminando dalla società i moti di compassione e solidarietà caratterizzanti il cristianesimo originale.
Quello che ci viene raccontato in questo lungometraggio corrisponde in nuce a ciò che accadrà quasi un secolo dopo ad auschwitz, birkenau, mathausen, etc; campi di lavoro (ciò che rivela la concezione del lavoro nella borghesia urbana divenuta stato) e di sterminio all’interno dei quali le famiglie (mariti, mogli e figli) vivono serenamente la loro quotidianità all’interno delle ville edificate a fianco delle strutture adibite alla soluzione finale.