Una volta raggruppate organicamente le conseguenze provenienti dalle argomentazioni (sviluppate in note precedenti) riguardanti i concetti di proprietà-autorità, del pressapochismo servile, del rapporto estetico con la tecnica, del rapporto arte-vita e della cultura dogmatica come strumento di conservazione ufficiale per la struttura economica-sociale in atto, nasce il forte sospetto di come il nocciolo della questione non sia tanto l’esecuzione precisa e puntuale degli ordini impartiti – mantra di governo necessario a reggere il peso dell’impalcatura meritoria su base democratica costruita in europa (specialmente in italia e germania, pur con differenze) per occultare ai lavoratori l’alleanza politica moderna tra borghesia ed aristocrazia (ora burocrazia) a sostegno di attività prive di impatto storico-reale se non per la capacità di redistribuire proventi clandestini già realizzati altrove e ai quali la natura il più delle volte astratta delle direttive fanno da schermo – ma piuttosto sia evitare l’irriverenza e la disattenzione nei confronti di un copione già scritto e che già da sè mostra esaustivamente come recitare la parte assegnata sul palco sociale senza tollerare licenze creative. Ammettiamo per assurdo che il pierino di alvaro vitali sia chiamato dalla dirigenza per scopi formativi ad introdurre la teoria generale della relatività ad un gruppo scelto di colleghi fra i quali figura un certo albert einstein e che quest’ultimo non resista ad interrompere l’incantesimo espositivo dell’oratore-relatore per sollevare nell’uditorio dubbi riguardo all’approfondimento dedicato a concetti innovativi che paiono introdotti frettolosamente, ecco che in quel momento alberto vìola le consegne del copione e mettendo in crisi la recita si macchia di insubordinazione sociale (di anticonformismo) verso il clima bucolico-arcadico che il melodramma (azione+sentimento) tradizionalmente sa creare come oppiaceo popolare.
Effetti a lungo termine della restaurazione borbonica
Essendo il popolo tedesco erede della filosofia classica tedesca e avendo quello francese con la rivoluzione dell’89 tradotto quei termini filosofici in termini politici è possibile che i motivi per i quali le quistioni di razza furono confuse con quelle di classe dal nazionalsocialismo e dall’hitlerismo – nei metodi e nella risolutezza accostabili ad un nuovo giacobinismo ed un nuovo bonapartismo per certi aspetti – vadano ricercate nell’influenza di ritorno dagli ambienti francesi restauratori (v. teorie del thierry) su quelli tedeschi liberali e che giustificarono l’evento come lotta di liberazione nazionale dall’invasore germanico e non come lotta di classe promossa dal terzo stato?
Continua a leggere “Effetti a lungo termine della restaurazione borbonica”Riguardo al presenzialismo nel mercato domestico del lavoro
Uno dei comportamenti più adatti a testimoniare la voglia di riscatto del pressapochista servile, parzialmente sospeso durante la pandemia, è quello di restare sistematicamente in ufficio oltre le sette di sera. Come si è potuta formare in italia un abitudine che secondo il giudizio di chi ha vissuto la riforma morale religiosa (tedeschi) o politica (inglesi/francesi) è sintomo di grave incapacità nella gestione del proprio tempo ?
Continua a leggere “Riguardo al presenzialismo nel mercato domestico del lavoro”Un caso di successo relativo al problema della lingua nazionale
Il più delle volte è complicato riuscire ad esprimere in lingua italiana ciò che realmente si vuole intendere a causa dell’assenza di termini universalmente comprensibili che riescano a trasmettere impressioni ed emozioni e per il tipo di sintassi fortemente stilizzata che ostacola fluidità e semplicità di discorso; è un antico problema di genesi e di impiego, questo della lingua, causa ed effetto di una condizione di scissione storica più ampia tra burocrazia e lavoro, ovvero tra cultura accademica e nazione-popolo nonchè tra arte e vita, tanto da aver contribuito per gli aspetti che le competono a suscitare l’impressione dell’esistenza di due italie una legale e una reale. E’ per ovviare a queste difficoltà e dare senso concreto alle espressioni linguistiche che in letteratura è frequente il ricorso a paragoni con situazioni reali facilmente vivibili da ogni persona e come tali immediatamente riconoscibili; in ciò fu maestro ad esempio il Manzoni del quale è piacevole ricordare quello formulato nel terzo capitolo dei promessi sposi allorquando accosta la condizione umana a quella vissuta dai capponi che nel mentre del viaggio verso la cucina dell’azzeccagarbugli stretti tra le mani di renzo invece di rendersi sereno questo ultimo tratto di vita si guardano bene dall’evitare di provocarsi ulteriori affanni beccandosi pure tra di loro.
Continua a leggere “Un caso di successo relativo al problema della lingua nazionale”A proposito del rapporto tra arte e tecnica
Preso atto dunque che il pressapochismo servile configura già di per se come miracolo la capacità di portare a termine compiti anche dei più banali quali inviare una mail o conoscere il nome dei propri dipendenti non rimane che porsi in rapporto artistico sia con la tecnica per sostituire l’abilità di trasformare la materia con l’abilità di suscitare l’impressione di saperlo fare sia con la politica per evitare attraverso l’emozione estetica il confronto tra le direttive aziendali e la realtà in uscita da esse ciò che potrebbe sostenere il dubbio della loro dipendenza da scopi principalmente educativi e non strettamente produttivi al fine di non perdere nella popolazione l’abitudine al rispetto della catena gerarchica di comando, fatto che per chi sulla distinzione confindustriale tra pubblico e privato ha costruito la propria estraneità alle dinamiche di governo implicherebbe una più che sospetta coincidenza burocratico-militare con lo svolgimento degli apparati statali. In aggiunta si consideri come ogni critica su base empirica della realtà organizzata dagli esteti non essendo stata elaborata seguendo i criteri del sentimento e della passione automaticamente venga vissuta socialmente come eretica, ovvero come atto di insubordinazione alla proprietà che ha deciso di porre rimedio al pressapochismo servile attraverso l’estetismo autoritario e ottenendo i risultati testimoniati dal confronto con il livello di economia o se si vuole di civiltà raggiunto dalle altre nazioni con tradizione europea cosmopolita.
Continua a leggere “A proposito del rapporto tra arte e tecnica”La funzione di tutela delle norme giuridiche propria del moralismo filisteo
Il moralismo è quell’atteggiamento verso gli altri uomini con cui si giudicano i comportamenti individuali sulla base di un senso astratto di giustizia condito coi concetti assoluti del bene e del male, del giusto e dello sbagliato i quali perlopiù derivano da una concezione finalistica dell’esistenza nel viver la quale è implicita l’esigenza di collaborare religiosamente alla realizzazione di un fine comune corrispondente alla volontà di un ente immateriale ed extra sensoriale che nel corso dei secoli ha preso forme e nomi diversi quali dio, la ragione, lo spirito e lo stato. E’ da segnalare inoltre che l’interpretazione di tale volontà è stata da sempre prerogativa di una classe ben specifica di uomini i quali utilizzando l’intelletto come strumento di guadagno sono riusciti a frapporsi tra governanti e governati in una posizione di privilegio rendendo così la cosa quantomeno sospetta.
Continua a leggere “La funzione di tutela delle norme giuridiche propria del moralismo filisteo”La scienza come religione o più semplicemente come ideologia
La federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere ha appena pubblicato un report secondo il quale “Il 74% dei ricoverati per covid non è vaccinato o non ha completato il ciclo vaccinale”
Continua a leggere “La scienza come religione o più semplicemente come ideologia”L’estetica come forza resistente e restauratrice
Che l’estetica sia una forza volontariamente resistente al cambiamento economico-sociale per l’uscita delle masse popolari dallo stato di subalternità e favorevole all’inasprimento delle condizioni gerarchico-autoritarie fondate sulla proprietà dei mezzi di produzione ci viene indicato dal fatto che la bellezza è assolutamente ciò che di meno democratico possa esistere nel mondo umano assieme alla forza bruta in quanto o se ne è dotati o non se ne è dotati ciò che è valido indifferentemente dal riguardo che è necessario porre rispetto alla relatività storica a cui è soggetto il concetto di bello e che ne determina la mutevolezza espressiva tra un’epoca e l’altra non però oltre certi limiti. Anzi, a differenza della forza bruta che attraverso l’ingegno, l’impegno, l’allenamento o qualsiasi altra azione progressiva può essere o acquisita per far parte del proprio bagaglio di caratteristiche o addirittura sconfitta come ci ricorda il mito di davide, il bello invece non può essere acquisito e non conosce rivali nel suo perimetro d’azione se non il lento ed inesorabile trascorrere del tempo materiale parzialmente frenato dalla chirurgia estetica o dal restauro architettonico.
Continua a leggere “L’estetica come forza resistente e restauratrice”Riguardo all’estetica come parte del problematico rapporto tra arte e vita
Se l’espressione artistica del momento estetico è riconoscibile come forza storica operante in maniera soffice nel mondo reale a livello culturale (all’opera, al teatro, al cinema, nella letteratura, etc) per celebrare l’egemonia in atto per il tramite di ciò che è stato, lo stesso non si dica per la repressione estetica del momento critico – fase che gli elementi di classe subalterna necessariamente devono attraversare per cogliere la loro reale posizione nella società civile così da poter esprimere successivamente una volontà contraria agli interessi della classe dominante – la quale invece è una forza attiva operante a livello economico come contraddizione, come freno, come resistenza al movimento e al cambiamento storico.
Ma cosa vuol dire tutto questo?
Continua a leggere “Riguardo all’estetica come parte del problematico rapporto tra arte e vita”Etica ed estetica nel rapporto dialettico contemporaneo
E’ poi mai così strano che, avendo la società industriale posto la massa di necessità imprescindibili (cibo, acqua, riparo e cura della persona) in garanzia relativa e sublimato la tensione all’espansione economica nella ricerca del bello, ciò che in altre parole può intendersi come l’aver posto nell’aderenza a questo fine la razionalità o meno dei comportamenti sociali, qualunque esteta – ovvero non tanto colui o colei la quale sappia esprimere classicamente il momento di rielaborazione artistica, bensì chiunque riesca a cavalcare l’onda emotiva di questa nuova finalità per attirare impressioni positive o con l’aiuto di giudizi passionali ed interessati oppure attraverso la suggestione che il nesso proprietà/autorità attiva nelle persone subalterne al potere – abbia preso coscienza della propria forza e dell’altrui debolezza per imporre nuove norme di condotta? (E’ ciò storicamente in italia lo si intenda a partire dagli anni 80 con una prima manifestazione soffice in reazione alla strategia della tensione dei 70 per poi esplodere come movimento consapevole nei 90 attraverso il berlusconismo per mezzo del quale le faccende di libido fino a quel momento confinate nell’impresa e nella burocrazia privata hanno ottenuto il via libera per quelle a dominio pubblico).
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