Serie di frasette spicce che permettono di modificare la realtà del mondo esterno o quantomeno ne danno l’impressione
Continua a leggere “Formulette magiche per l’apprendista servitore”Egoismo, altruismo
Una delle pagliacciate più ridicole della propaganda confindustriale genocida è quella di porre l’accento su un particolare aspetto della liturgia cattolica ovvero la distinzione tra il fedele illuminato dalla grazia che vaccinandosi prende a cuore come propri gli interessi altrui e la pecorella smarrita la quale invece scegliendo di non iniettarsi in vena una brodaglia sperimentale pensa solo a se stessa. Ma che senso ha ragionare in questi termini, oltre a quello di evidenziare per l’ennesima volta la mancanza di capacità logica elementare da parte degli elementi di classe egemone rinserrata nei ranghi da personale proveniente dall’ondata di trionfo estetico?
Continua a leggere “Egoismo, altruismo”L’allegoria sportiva nel governo dei fedeli
Nonostante la classe dirigente nutra se stessa e le masse popolari del fatto che ciò che è reale è razionale – la pillola di idealismo più conveniente fatta sopravvivere alle devastazioni del novecento affinchè le masse popolari nella realtà dei fatti concreti siano ancora anche oggi determinate ad intendere ogni norma giuridica ed ogni direttiva immediata come dogmaticamente corrette rispettando le uno ed eseguendo le altre – questa ha incessantemente bisogno di evidenziare l’efficacia e la correttezza dei rapporti sociali attuali (o politici, dunque economici) romanzando il racconto delle gesta sportive di estemporanei patriotti partecipanti sia a gare individuali – ciò che ne rivela il carattere rettorico e demagogico in quanto proprio per la natura di questi sport non è possibile associarli ad espressioni di vita nazional popolari bensì piuttosto ad eroismi o volontarismi singolari – sia a competizioni di squadra le quali essendo almeno in partenza praticabili dagli elementi di qualsiasi classe non per nulla sono oggetto di pressioni economico/politiche identiche a quelle orbitanti attorno alle altre attività umane col fine di promuovere o bocciare le carriere così da ottenere due scopi ben precisi: fornire all’opinione pubblica una sponda alle dichiarazioni di esaltazione collettiva e nondimeno salvaguardare i ricchi dividendi di tale azione di governo così che non finiscano nelle mani sbagliate premura che è necessaria mantenere negli sport collettivi in quanto per gli altri ci pensano i costi di esercizio ad effettuare la tanto desiderata selezione classista. Per quale motivo strategico non si perde occasione di informare sul fatto che un qualsiasi figlio di roma abbia vinto la gara internazionale di sputi?
Continua a leggere “L’allegoria sportiva nel governo dei fedeli”I pentimenti dei nuovi eretici
I così detti pentimenti – vocabolo di derivazione fideistico religiosa significativo per cogliere quali siano i termini della questione – nei confronti della così detta scienza (senza soffermarsi su cosa essa possa voler significare perchè per l’uomo ormai divenuto artista a tempo pieno è sufficiente il suono dei vocaboli per comprendere e conoscere la realtà del mondo esterno) in riguardo della brodaglia genocida ricordano pienamente quelli fatti a suo tempo dagli eretici di fronte ai tribunali dell’inquisizione ecclesiastica quando la prospettiva di essere torturati e uccisi obbligava ad abiurare il passato per giurare eterna fedeltà alla chiesa di roma. Sembrerà casuale ma le ultime testimonianze andate in onda su la7 tirano infatti in ballo proprio gesù, il quale non è da escludere, probabilmente per la disgustosa propaganda confindustriale di governo risulterà essere stato prima o poi un fervente sostenitore dei vaccini senza l’aiuto dei quali non sarebbe riuscito a produrre (in omaggio al libero borghesismo) così tanti miracoli, primo fra tutti quello di non odiare l’umanità.
Vademecum di governo per la scimmietta da arredo
Sui confini nazionali e la guerra
Appreso dunque con i metodi della prassi storicista che i confini nazionali sociologicamente non sono altro che la formalizzazione del limite geografico entro il quale lo sfruttamento dei poveri di un’area non porta a conseguenze catastrofiche (tipo bastiglia 89 o pietrogrado 17), la guerra si configura conseguentemente come il tentativo dei ricchi di attenuare la caduta tendenziale del saggio di profitto attraverso l’esternalizzazione su masse diverse da quella autocotona (per limiti di sopportazione già raggiunti) dell’azione risolutiva richiesta dal livello di pressione raggiunto così da entrare in conflitto con le medesime mire egemoniche dei ricchi di un’altra area.
Posta così la questione è corretto definire come intelligente l’atteggiamento culturale da parte dei poveri in tempo di pace che difendono ed esaltano i motti, le espressioni e le celebrazioni a sostegno dei confini nazionali?
Come già espresso in altra nota la risposta è già dentro la domanda stessa.
Mancanza di visione strategica durante il mandato Gorbaciov
E’ lecito affermare che tra le cause endemiche per la dissoluzione dell’unione vada certamente compresa una scarsa visione strategica d’assieme relativa al ruolo e all’opera di Fidel Castro e di ciò che egli andasse rappresentando in quel tempo e successivamente per le speranze delle moltitudini avverse ad una visione del mondo recintata in limiti e confini imposti dalla proprietà privata dei mezzi di produzione?
Continua a leggere “Mancanza di visione strategica durante il mandato Gorbaciov”La retorica dell’eccellenza come legittimazione del monopolio
Cosa stanno ad indicare i continui richiami ad un’inarrivabile capacità pratico-produttiva appartenente agli elementi operativi e di conseguenza a quelli dirigenti abitanti la penisola? O meglio, che cosa si cela dietro al fatto che per essere credibili in ambito lavorativo (e quindi sociale) non c’è altro modo se non quello di presentarsi come esponente di un’elite le cui caratteristiche sono definite per il tramite di un unico e specifico vocabolo il quale in questo modo ha assunto i connotati non solo di un banale luogo comune ma soprattutto di un ben più esclusivo lasciapassare di casta?
Continua a leggere “La retorica dell’eccellenza come legittimazione del monopolio”Michael Clayton (2007, regia di Tony Gilroy)
In questa pellicola in cui risalta la performance da attore puro di un George Clooney al meglio quando affiancato da Steven Soderbergh, assieme all’amalgama di un cast abilmente assortito e diretto senza perdere il controllo della scena in favore del melodrammatico, ciò che preme sottolineare a testimonianza della capacità autocritica della società americana – pura fantasia per quella sordidamente giudaica d’europa – è la figura di Karen Krowder (oscar per la miglior attrice non protagonista Tilda Swinton) rappresentante legale della U-North, multinazionale della chimica agraria i cui dirigenti per il piacere degli investitori non mancano di sorvolare consapevolmente sul fatto di produrre sostanze patogene che disperse nell’ambiente provocano il cancro.
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