Uno dei comportamenti più adatti a testimoniare la voglia di riscatto del pressapochista servile, parzialmente sospeso durante la pandemia, è quello di restare sistematicamente in ufficio oltre le sette di sera. Come si è potuta formare in italia un abitudine che secondo il giudizio di chi ha vissuto la riforma morale religiosa (tedeschi) o politicaContinua a leggere “Riguardo al presenzialismo nel mercato domestico del lavoro”
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A proposito del rapporto tra arte e tecnica
Preso atto dunque che il pressapochismo servile configura già di per se come miracolo la capacità di portare a termine compiti anche dei più banali quali inviare una mail o conoscere il nome dei propri dipendenti non rimane che porsi in rapporto artistico sia con la tecnica per sostituire l’abilità di trasformare la materia conContinua a leggere “A proposito del rapporto tra arte e tecnica”
La retorica dell’eccellenza come legittimazione del monopolio
Cosa stanno ad indicare i continui richiami ad un’inarrivabile capacità pratico-produttiva appartenente agli elementi operativi e di conseguenza a quelli dirigenti abitanti la penisola? O meglio, che cosa si cela dietro al fatto che per essere credibili in ambito lavorativo (e quindi sociale) non c’è altro modo se non quello di presentarsi come esponente diContinua a leggere “La retorica dell’eccellenza come legittimazione del monopolio”
Sul pressappochismo servile come requisito essenziale del lavoratore tipo
Innanzitutto cos’è il pressapochismo servile: è la mistura tra l’atteggiamento meschinamente supino (o grettamente giudaico, filisteo) nei confronti del datore di lavoro – inteso come ente familiare descritto dalla cultura di governo (cioè da se stesso) come autorità necessariamente (per atto di fede) razionale – e la conseguente, inevitabile perdita di interesse nella fase diContinua a leggere “Sul pressappochismo servile come requisito essenziale del lavoratore tipo”